Lettera di Pasqua

Adigrat 16 Aprile 2019

Carissimi amici, vi scrivo avendo ancora nel cuore le immagini della cattedrale di Notre Dame in fiamme. E’ desolante vedere uno spettacolo simile, soprattutto se si pensa che il cristianesimo in occidente sta subendo lo stesso destino. Tuttavia vedere quel gruppo di fedeli, molti di essi giovani, cantare e pregare il Rosario a pochi metri di distanza dalla loro chiesa madre, mi ha colmato il cuore di speranza. Non tutto è finito. C’è ancora un piccolo resto rimasto fedele. E sarà come Notre Dame: una piccola scintilla accenderà di nuovo il fuoco, ma questa volta quello della fede. Se di queste piccole scintille ne avete qualcuna in casa, custoditela gelosamente, con la preghiera e il buon esempio. Come Papa Benedetto ha notato in un suo recente scritto, occorre creare spazi di vita per la fede. Poi gli altri, assetati dell’amore vero, guarderanno alle nostre piccole famiglie e si chiederanno il motivo della nostra gioia.

Da noi in Etiopia la gente e’ per natura vicina a Dio. La povertà e l’indigenza non vieta di sorridere e di sperare. La solidità dei legami famigliari, la semplicità della vita e la profondità della fede permette di avere sempre fiducia e superare efficacemente ogni sentimento di sconforto.

L’Etiopia è diversa dagli altri paesi africani. E’ un unicum in Africa. Culturalmente si avvicina per certi versi al Medio Oriente. La lingua è di origine semitica, come l’ebraico e l’arabo. Il cristianesimo ha adottato usi e costumi tipici di Israele (qualcuno di voi ha visto e sa di cosa parlo). Gli usi orientali si notano anche nell’ospitalità. Quando ho voglia di uscire (nel senso buono) dalle solite quattro mura del convento, vado in casa di qualcuno. Se vieni da lontano ti lavano i piedi. Si accende una candela e si prega con tutta la famiglia, poi si mangia un boccone sempre in compagnia di persone serene, che ti manifestano tutta la loro bontà di cuore. Poi arriva il momento in cui ti aprono il cuore e ascolti anche i loro problemi. Il caffè (tre volte, ma è più leggero del nostro) e la preghiera finale fanno da congedo.

E’ qualcosa che ti rinnova. Siccome poi loro di problemi spirituali ne hanno pochi, il più delle volte si tratta di questioni pratiche, che la vostra generosità mi permette di risolvere.

Una vita vissuta così, condita con la Fede, rendono tutto più semplice. Per questo qui si lavora tanto e non ci si stanca mai. Notre Dame brucia? E noi costruiamone una nella nostra casa. La gente si chiederà il perché della nostra gioia. “Il Cristianesimo è stato dichiarato morto molte volte, ma è stato fondato da Qualcuno che conosceva la via di uscita dal sepolcro”. (Chesterton) “Chiunque porta nel cuore una cattedrale da costruire è già vincitore”. (Antoine de Saint-Exupery)

Il Risorto ci tenga lo sguardo fisso verso l’oltre, quella ‘patria migliore’, quella cattedrale del cuore e delle nostre case, che è la vera fonte della nostra gioia e forza del nostro agire su questa terra.

Un abbraccio a tutti, nel Signore che ha vinto la morte.

Don Ermanno