Lettera dalla missione
Carissimi benefattori, vi scrivo alcune righe di aggiornamento sulla nostra cara missione. Qui siamo ancora in clima pasquale, settimana prossima celebreremo la solennità di Pentecoste. E’ in questa atmosfera che prego perché su ciascuno di voi ci sia una grande effusione dello Spirito, senza il quale la nostra esistenza perderebbe il suo sapore.
Vi aggiorno in particolare sui lavori. Parto dalla chiesa di San Gabriele, che ha ormai raggiunto il tetto e la cui inaugurazione è programmata per il 28 novembre. E’ una chiesa a pianta circolare, in mattoni e in pietre rosse proveniente da una località vicina a noi. La sua pianta circolare vorrebbe richiamare la forma delle abitazioni locali.
La capanna che ospiterà i pellegrini è terminata. E’ costruita secondo lo stile dei Guraghe, la gente etiopica in mezzo alla quale viviamo. Ospita quattro persone ed è pensata in modo che non sia troppo fredda. Sta terminando anche la cucina con il refettorio, che verranno usati anche per i primi bambini ospitati dal prossimo settembre.
Nel frattempo abbiamo installato una parte dell’impianto fotovoltaico. Qui vorrei farvi una proposta o richiesta. La missione avrà due cucine, una per i ragazzi e una per la casa dei missionari/volontari. L’impianto fotovoltaico fa funzionare parecchie cose, ma ci vorrebbe un impianto molto grande e costoso per far funzionare la cucina. Il gas si trova solo ad Addis Abeba, con le vecchie bombole usare il gas significherebbe andare tutte le volte ad Addis Abeba quando una bombola finisce. Per questo pensavo che si potrebbero usare le vecchie cucine a legna. Se riuscissi a trovare delle cucine a legna sarebbe molto più comodo per noi. Riuscite a trovarmene due? Anche usate.
Vi racconto altro. Qualche mese fa è stato da me un volontario di Padova. Dopo qualche settimana di permanenza ha deciso di dare la sua vita a servizio della missione. A novembre sposerà una ragazza etiopica, che ho cresciuto dai tempi in cui ero a Zway. Esistono ancora queste belle storie di amore e dedizione. Il volontario si chiama Giacomo Baldin, un nome che ritornerà spesso tra le mie righe. In agosto verranno qui anche tre giovani di San Teodoro. E’ la prima volta che posso ospitare più persone, sebbene la missione sia ancora davvero poco ospitale e obblighi ad una vita molto spartana.
Pochi giorni fa sono passate di qui Gloria Pasero di Torino e Chiara Robboni di Alessandria. Ci aiuteranno a costruire l’ostello per i ragazzi con blocchi in terra cruda. Gloria Pasero è la responsabile di Mattone su Mattone, un’associazione che promuove in molti paesi del mondo una tecnica costruttiva ideata da un professore dell’università di Torino, Roberto Mattone. L’incontro è stato davvero proficuo, sia per l’aspetto professionale che per quello umano.
A giorni verrà spedito il camion Iveco da Cantù. E’ il frutto del lavoro degli Amici di Don Ermanno. Se raccontassi tutto non finirei più. Sono nati nel 2010, da una visita in Etiopia di Carlo Biffi, la sua famiglia con mia mamma. Dai primi passi di questa mia nuova missione mi sono stati vicini. A loro si sono aggiunti altri, che durante l’anno si spendono e offrono il loro prezioso tempo per darci una mano. Molti mi aiutano economicamente, ma con gli Amici di Don Ermanno c’è una vicinanza affettiva e spirituale. La loro nascita e l’inizio della mia missione coincidono nel tempo, e io vedo in questo un segno della Divina Provvidenza. Non li ringrazierò mai abbastanza.
Qui la nostra famiglia si allarga con Giacomo, il suo primo componente italiano, eccetto me. Io credo che si potrà formare un gruppo di laici etiopici, con la cura spirituale di qualche sacerdote, che saranno in grado di lavorare in Etiopia a vantaggio dei bambini più bisognosi, dei malati e di coloro che vivono nelle periferie esistenziali. Chiedo solo una cosa: la fede. Perché ciò che importa è portare Cristo e il Vangelo, e Lui attraverso il nostro amore e il nostro lavoro.
Carissimi amici, queste sono le notizie estive. Qui ha già cominciato a piovere molto e fino a settembre le attività saranno un po’ mortificate. Ne approfitterò per fare i miei esercizi spirituali annuali e coltivare meglio i contatti. Voi ricordatemi nella preghiera. Lo chiedo soprattutto ai malati e agli anziani: la vostra preghiera è inestimabile.
Che Dio vi benedica e renda feconda ogni vostra opera.
In Corde Jesu. Don Ermanno