Lettera di Pasqua 2017

DON ERMANNO ROCCARO – PASQUA 2017

Adigrat 13-03-17

Carissimi amici e benefattori, prendo in mano la penna per mandarvi anche quest’anno i miei auguri pasquali. Vi scrivo all’inizio della Quaresima, in quel clima di austerità che ci aiuta a considerare con serietà il nostro pellegrinaggio terreno. Abbiamo sempre bisogno di rientrare in noi stessi e incontrare Dio nel silenzio del nostro deserto interiore.

I giorni che ancora ci separano dalla Pasqua siano giorni di conversione. Lasciamo che il Signore ci guardi, come in un giudizio in piccolo. E’ bene che lo facciamo ora, perché il giudizio che ci aspetta alla fine sia meno penoso. Ci lasciamo abbagliare dalla luce che ha illuminato Paolo sulla via di Damasco. Era mezzogiorno, ma quella luce era più abbagliante del sole. In quella luce siamo resi consapevoli del fatto che Dio vive in noi, che Lui è tutto e noi nulla.

Qualche giorno fa ho ricevuto notizie dalla missione che ho lasciato nel gennaio 2016, nella regione del Gurage, dove ho potuto mettere in piedi una piccola chiesa parrocchiale, un ostello e una canonica per il sacerdote residente. So che a tutt’ora alcuni ragazzi sono ospitati nell’ostello e un sacerdote diocesano si prende cura di ogni cosa. Tutto ciò ha ravvivato in me il ricordo di quei luoghi e mi ha fatto ripercorrere mentalmente i quasi cinque anni passati in quella terra, una zona rurale lontana da ogni comodità, fra gente molto semplice e povera. Spesso la strada era inaccessibile, i primi tempi non avevamo luce, e solo acqua fredda. Non mi è costato, anzi sono stati anni molto belli. D’altra parte, che senso avrebbe fare il missionario e avere tutte le comodità?

Adigrat invece è un’altra Etiopia. Si passa dal verde rigoglioso del Gurage alle montagne aride del Tigray, dalle regioni del Sud con una storia molto recente ad una zona d’Etiopia la cui civiltà è antica tanto quanto quella di Roma. Anche la gente è molto diversa: più socievole nel Gurage, più diffidente nel Tigray. Però il Nord ha un fascino tutto suo: la gente di queste terre ha plasmato le montagne, ha coltivato fra le pietre, ha costruito una civiltà. E noi qui viviamo con la volontà di farci fratelli dei più poveri e con l’umiltà di chi vuole imparare.

La mia vita ad Adigrat è molto regolare, quasi da convento. Sveglia presto il mattino per la preghiera comunitaria, scuola fino a mezzogiorno e a volte anche nel pomeriggio, poi studio e visite ai poveri, oratorio il fine settimana. Il tutto in un clima di famiglia e di serenità, dove ognuno vive in funzione dell’altro. E il segreto è sempre la preghiera: tutto parte da lì.

Mi auguro che lo stesso clima di famiglia e la stessa allegria abiti anche le vostre case. Vi ricordo sempre con gratitudine ed ogni mattina, durante la Santa Messa, non dimentico mai di affidarvi al Signore.

Vi auguro una Pasqua di gioia. Nel Risorto, ogni speranza trova il suo compimento.

Dall’Abissinia, vostro Don Ermanno.