La lettera di Don Ermanno per il mese missionario 2019
Adigrat 15-09-2019
Carissimi amici, eccoci arrivati al mese missionario. Non sono mai stato dell’opinione che i missionari che partono per terre lontane abbiano il monopolio dell’annuncio del Vangelo. Missionario è un altro modo per dire apostolo. Missio viene dal latino ‘mittere’ (mandare), apostolo viene dal greco ‘apo-stello’ (mandare). Sono la stessa cosa e nessuno di noi può definirsi cristiano senza essere apostolo.
Ci sono tanti modi di essere apostoli. Uno è quello di partire per terre lontane e forse per questo tale modalità è diventata l’emblema per eccellenza della missione. Tuttavia la maggior parte di noi vive il suo apostolato in casa propria, nell’ambiente di lavoro, nella sua città.
L’essenza della missione non è l’andare, ma l’essere.
Diamo uno sguardo alla nostra tradizione canturina (Cantù, Brianza, non più in là però, perché quando si guadano due o tre fiumi già si perde l’orientamento) e permettetemi un po’ di campanilismo. Per indole, siamo poco propensi a parlare di fede, tuttavia la manifestiamo nel modo di tenere in ordine la casa, dalla passione che profondiamo nel realizzare il nostro lavoro, dall’onestà che guida le nostre relazioni, dalla rettitudine del nostro parlare e del nostro agire. Questi sono aspetti della nostra tradizione, così tanto impregnata di cristianesimo, di cui dobbiamo andar fieri.
Di cultura brianzola anch’io (di sangue misto, ma di buona lega), non sono molto portato a parlare e predicare. Penso che l’agire con passione e coerenza sia il sermone più convincente. Le persone che maggiormente hanno inciso sulla mia vita erano persone di poche parole e di molti fatti. Nel loro cuore Dio era di casa, ma non tanto nelle parole, quanto negli atteggiamenti.
Ecco, vivere una vita buona è già vangelo, apostolato e missione.
Tanto più oggi che una cultura aggressivamente relativista e approssimativa ci vuole sottrarre tutto ciò in cui crediamo: la famiglia, la fede, la solidarietà, il lavoro, la preghiera.
Chi ci potrà salvare?
Vicino a casa mia (via Arno) trovate una piccola edicola della Madonna (quante ce ne sono a Cantù, vicino a Via Arno e altrove!). Ogni giorno, entri ed esci di casa, lei ti guarda e tu guardi lei, un segno di croce, un’avemaria, un sospiro. E ti accorgi che nel silenzio e nel nascondimento quella Madonnina elargisce grazie, allieta i cuori, infonde coraggio e asciuga lacrime. Nel corso di una vita intera, senza parlare, ma rimanendo sempre lì fedele alla sua presenza, quella Madonnina (se l’hai chiamata a sostegno) ti ha guidato, ti è sempre rimasta vicino, ti ha aiutato a rimanere in piedi anche quando gli altri cadevano.
Quella Madonnina ci salverà, simbolo di ciò che di meglio la nostra società ha saputo creare nei secoli e Madre di Colui che sostiene l’universo.
Andate da Lei e vi dirà tutto, vi insegnerà tutto, perché è rifugio dei peccatori, sede della Sapienza, regina del popolo cristiano.
Vi auguro di cuore ogni bene. La Madonna del Rosario, alla quale il mese di ottobre è tradizionalmente dedicato, rinnovi la nostra Fede e insegni a tutti noi la fedeltà alle piccole cose.
Don Ermanno